Tra gli ultra 75enni ne è affetta una persona su 5 e nelle fasce di età fino ai 74 anni, gli uomini risultano più colpiti: sono queste le ultime stime (Il diabete in Italia. Anni 2000-2011,
Istat, ottobre 2012) sui diabetici in Italia. Quasi 3 milioni, il 4,9% della popolazione, ma la percentuale può essere ancora maggiore se ad essa si aggiunge il sommerso, ossia il numero di
diabetici che non sa di esserlo.
Il trattamento è farmacologico (insulina) soprattutto nel diabete di tipo 1, ma per la maggior parte di quelli con diabete di tipo 2 insieme ai farmaci vi è la ‘dietoterapia’; una
alimentazione ben bilanciata, con l’apporto di tutti i nutrienti contribuisce a mantenere sotto controllo il livello di zucchero nel sangue.
La dieta ideale per il diabete non è complessa o restrittiva. Pur dovendo fornire un apporto calorico giornaliero uguale a quello di una persona non diabetica (ovviamente se c’è sovrappeso è
indicato un regime ipocalorico), in relazione alla costituzione fisica, al sesso, all'età, alla statura e all'attività lavorativa, deve avere quattro obiettivi: il controllo glicemico, il
raggiungimento ed il mantenimento del peso corporeo, la prevenzione ed il trattamento dei principali fattori di rischio cardiovascolare, il mantenimento di uno stato di benessere non solo fisico
ma anche psichico. Per cui, la dieta deve essere sempre personalizzata tenendo conto delle abitudini alimentari del soggetto e della famiglia.
Bisogna fare attenzione all'assunzione dei carboidrati, che dovrebbe essere di un quantitativo non inferiore ai 130 e non superiore ai 300 g/giorno, preferibilmente provenienti da alimenti ricchi
in carboidrati complessi e fibra alimentare, quali legumi, vegetali, cereali integrali e frutta.
Consigli per una efficace ‘dietoterapia’:
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Consumare 5 porzioni al giorno tra ortaggi e frutta, variando i colori: verde (verdura), rosso (pomodori), arancione (carote, arance);
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Preferire pane e pasta integrale e primi piatti semplici con sughi poco conditi;
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Evitare di accoppiare nello stesso pasto due amidacei (pane e pasta, o pane e riso, o pizza e pasta);
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Utilizzare spesso, (almeno tre volte a settimana) i legumi (fagioli, lenticchie, ceci, piselli, ecc.);
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Consumare almeno due porzioni di pesce a settimana;
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Preferire carni magre e bianche;
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Bere una tazza di latte parzialmente scremato o scremato al giorno oppure uno yogurt magro;
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Assumere formaggi e latticini non più di 2 volte a settimana;
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Per cucinare o condire le insalate usare l’olio di oliva evitando i grassi “saturi” come burro, strutto, panna, pancetta, etc;
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Ridurre al massimo anche i cosiddetti grassi “trans”, presenti in crackers, biscotti, merendine che riportano sulle etichette la presenza di olii/grassi idrogenati/parzialmente
idrogenati;
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Tra le bibite preferire quelle “diet”, senza zucchero;
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ALIMENTI DA ASSUMERE OCCASIONALMENTE
- zucchero, marmellata, miele, caramelle, cioccolata, prodotti dolciari raffinati ad alto contenuto glucidico e lipidico (biscotti, snack, merendine, gelati, dolci preconfezionati, cornetti,
paste); primi piatti elaborati preparati con condimenti grassi (lasagne, tortellini, cannelloni, risotti, ecc.); pizze, sostituti del pane con grassi aggiunti e sale (crackers, grissini,
panini all'olio, focacce); patate; frutta secca (mandorle, noci, arachidi, datteri) e sciroppata, frutta molto ricca in zuccheri (banane, uva, fichi e cachi); succhi di frutta, bevande
zuccherate e superalcolici; burro, lardo, strutto, margarine dure, etc;
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Se si usano bevande alcoliche quali vino o birra, limitarne il consumo ad 1 bicchiere al giorno per la donna e 2 per l’uomo, preferibilmente durante i pasti;
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Non saltare mai la colazione. Essa dovrebbe essere composta preferibilmente da una tazza di latte parzialmente scremato o un vasetto di yogurt magro + fette biscottate o pane o
cereali o biscotti secchi, integrali + un frutto di medie dimensioni (circa 150 g) da consumare se possibile con la buccia ben lavata.
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A pranzo e a cena consumare pasti in cui siano presenti il primo piatto nell'uno e il secondo nell'altro (o viceversa);
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L'esercizio fisico, specie se aerobico, è parte integrante del piano di trattamento del diabete e dovrebbe prevedere almeno 30 minuti di camminata al giorno (o altra forma di esercizio
fisico) per un totale di tre ore di movimento la settimana. Una regolare attività fisica, infatti, non solo aiuta a combattere lo stress, ma ha anche importanti effetti benefici sul metabolismo:
migliora la sensibilità all'insulina, riduce i livelli di trigliceridi e di colesterolo cattivo (LDL) a vantaggio di quello buono (HDL), aiuta il controllo della pressione arteriosa e previene le
malattie cardiovascolari.
(Prof. Gabriele
Riccardi, Past-President della Società
Italiana di Diabetologia
e Professore di Endocrinologia, Università Federico II,
Napoli)